Scuola infanzia • Programmazione
L’azione educativo-didattica comune a tutte le sezioni, si attua attraverso un percorso annuale nel quale tutte le proposte sono strettamente concatenate tra loro. Le proposte e le attività sono diversificate in base alle fasce di età e alle realtà presenti nelle singole sezioni; pertanto sono anche flessibili nel tempo e suscettibili di variazione in base alle tracce emerse dai bambini.
Le indicazioni per il curricolo per la Scuola dell’Infanzia e per il primo ciclo d’istruzione del 2012 definiscono come finalità della Scuola dell’Infanzia:
• la promozione nel bambino dello sviluppo dell’identità, quindi sentirsi riconosciuto come persona unica e poter sperimentare diversi ruoli;
• la maturazione dell’autonomia: la conoscenza e la capacità di interpretare e governare il proprio corpo;
• l’acquisizione della competenza;
• la promozione del senso della cittadinanza: scoprire gli altri attraverso le relazioni e il dialogo nella costruzione del bene comune.
La nostra proposta didattica concorre al raggiungimento di tali finalità. Nel primo periodo dell’a.s. (settembre) si pone particolare attenzione all’inserimento e adattamento dei bambini nella sezione soprattutto per quella dei tre anni (progetto Accoglienza).
La modalità della proposta educativa- didattica, all’interno di ogni tappa del percorso, segue questa scansione:
Presentazione del contenuto stimolo individuato: esperienza iniziale che coinvolge emotivamente i bambini.
Rielaborazione attraverso la conversazione ed il confronto.
• Trasposizione grafica e verbalizzazione del vissuto che consentono al bambino di rendere cosciente, interiorizzare ciò che è stato sperimentato a livello corporeo;
• Attività specifiche in sezione e/o in extrasezione (gruppi omogenei, eterogenei, piccolo gruppo) finalizzate al raggiungimento degli obiettivi specifici e formativi, relativi alle varie aree.
Al termine di ogni percorso didattico, le insegnanti verificano collegialmente il lavoro svolto e le risposte dei bambini e ri-programmano se necessario. Anche i periodi più strettamente legati alla tradizione religiosa e/o popolare: Natale, Carnevale, Pasqua sono considerati dal collegio docenti collegati ed integrati con le proposte e didattiche.
La progettazione si basa sulla didattica laboratoriale: l’attività didattica sarà caratterizzata da esperienze di laboratorio, finalizzate allo sviluppo di competenze emotive, cognitive, linguistiche, motorie e affettive. Laboratorio, dunque, come normale prassi educativo-didattica per raggiungere determinati obiettivi con strumenti, modalità, tempi e spazi personalizzati. Accanto al manipolare per apprendere dei bambini, è funzionale garantire un certo “protagonismo” sulla scorta del pensiero di Piaget per il quale l’imparare è un processo attivo e in quanto tale richiedere una serie di attività di elaborazioni e di costruzioni dei saperi da parte di chi apprender, integrandoli con quanto già posseduto.
“S’impara facendo”, questo è il concetto che guida gli insegnanti a pianificare attività che permettano ai bambini di fare esperienze diretta adoperando concetti mentali, strumenti e materiali vari. Si configura come un processo dinamico in cui il bambino è parte attiva, poiché mentre agisce impara, riflette, progetta.
“Lo sviluppo mentale è una costruzione continua, paragonabile a quella di un vasto edificio che ad ogni aggiunta divenga più solido, o piuttosto alla messa a punto di un delicato meccanismo.”
Piaget
La didattica laboratoriale, già rintracciabile nella pedagogia attiva di Dewey (USA 20.10.1859 – 01.06.1952, pedagogista, filosofo, professore universitario) si fonda su tre principi:
1. la cooperazione contribuisce a liberare ed organizzare le capacità di chi apprende e a trasformarle in competenze.
2. gli scopi dell’educazione vanno fondati sui bisogni intrinseci di chi apprende.
3. la valenza educativa delle attività sta nelle connessioni e nella flessibilità di percorsi riconosciuti dall’alunno come significativi per sé stesso e spendibili nella realtà.
La didattica laboratoriale ricopre l’importante funzione di facilitare l’acquisizione di nuove abilità e conoscenze che si svilupperanno in competenze.
Il docente, all’interno della situazione-laboratorio:
• gestisce il processo insegnamento-apprendimento
• facilita lo scambio tra i bambini privilegiando alcuni aspetti comunicativi rispetto ad altri
• mette a disposizione le proprie competenze
• esplicita gli obiettivi formativi facendo in modo che si intersechino con gli obiettivi generali
del processo formativo e quelli specifici dell’apprendimento
• adegua l’attività in funzione dei bambini
Come riportato nelle Indicazioni Nazionali per il Curricolo elaborate dal MIUR nel 2012:
Realizzare percorsi in forma di laboratorio, per favorire l’operatività e allo stesso tempo il dialogo e la riflessione su quello che si fa. Il laboratorio è una modalità di lavoro che incoraggia la sperimentazione e la progettualità, coinvolge gli alunni nel pensare-realizzare-valutare attività vissute in modo condiviso e partecipato con altri, e che può essere attivata sia all’interno che all’esterno della scuola, valorizzando il territorio come risorsa per l’apprendimento.
Laboratorio dunque come modalità di lavoro attraverso il quale i bambini hanno la possibilità di fare esperienze di soluzione di problemi, di osservazione, di elaborazioni creative, acquisendo capacità riflessive, comunicative, critiche. Il laboratorio diventa a questo punto una comunità di apprendimento, ovvero un gruppo di persone che collaborano, condividendo regole e comportamenti attraverso i quali si stabiliscono modalità di comunicazione e di relazione. La didattica laboratoriale permette di provare a fare, consente di osservare da chi è più competente, ma è necessario riflettere su cosa si sta facendo per trovare la propria strada, riorganizzando ciò che si sa con ciò che ho appreso. Ecco che risulta importante dedicare particolare attenzione e specifici momenti alla conversazione, al dialogo tra i bambini per socializzare le scoperte e trasformare le conoscenze in competenze. I bambini raccontano le proprie esperienze, gli aspetti osservati, imparano ad ascoltare un pensiero diverso dal proprio. Rispondono alle domande stimolo dell’insegnante, si confrontano, trovano risposte e pongono nuove domande, guidati nella costruzione di nuova conoscenza. Questo atteggiamento favorisce la curiosità e induce il bambino a ricercare le informazioni che mancano.
Non solo i percorsi di laboratorio e le attività di sezione concorrono allo sviluppo dei campi di esperienza, bensì l’intera vita a scuola permette il raggiungimento dei traguardi per lo sviluppo di ogni campo di esperienza.